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Messaggio per la Quaresima 2024

La quaresima è il periodo di quaranta giorni che ci conduce alla solennità della Santa Pasqua. La parola che caratterizza questo tempo è “conversione” che significa cambio di rotta, di mentalità e purificazione di qualche aspetto della nostra vita attuale perché sia più vicina al Vangelo di Gesù.

Ci stiamo anche avvicinando all’Anno Santo del 2025 e Papa Francesco ha invitato tutti i cristiani a prepararsi a questo Anno di Grazia dedicando il 2024 alla preghiera. La conversione, quindi, che il Papa ci propone di vivere è quella della preghiera. Faccio mio l’autorevole richiamo del Santo Padre invitando me e tutti voi a trovare nelle nostre giornate il tempo per pregare e per aprire mente e cuore alla particolare esperienza del “dialogo con Dio”; questa, infatti, è la preghiera. Dedichiamo, allora, il tempo della quaresima a rinnovare in noi il desiderio e l’impegno della preghiera sia personale che comunitaria, privilegiando quella che nasce dalla meditazione della Parola di Dio e dall’incontro con il Signore nella Santa Messa e nell’adorazione eucaristica. Ma ogni altra forma di preghiera è bene accolta da Dio Padre quando sgorga dal cuore, come ci ricorda Sant’Agostino: «La preghiera è un grido che si leva al Signore; ma, se questo grido consiste in un rumore di voce corporale senza che il cuore di chi prega aneli intensamente a Dio, non c’è dubbio che esso è fiato sprecato. Se invece si grida col cuore, per quanto la voce del corpo resti in silenzio, il grido, impercettibile all’uomo, non sfuggirà a Dio. Quando dunque preghiamo, possiamo gridare a Dio o con la voce esterna (se così esige il dovere) o anche rimanere in silenzio; comunque, in ogni preghiera deve esserci il grido del cuore» (Discorso sul Salmo 118).

Oltre alla preghiera, desidero richiamare – per vivere con intensità spirituale la quaresima - l’annuncio di Gesù che troviamo nel Vangelo secondo san Marco che ha un grande significato per il cammino di conversione del cuore: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1, 2). Il «tempo è compiuto»: non aspettiamoci altri avvisi da parte di Dio; ha già dato il massimo, donandoci il suo Figlio. Non rimandiamo le decisioni di fede: il tempo è compiuto anche per noi. Il Regno di Dio si è fatto vicino anche a noi. Dobbiamo semplicemente «convertirci e credere nel Vangelo». Cosa significa?

Conversione: è capacità di silenzio... è mettersi in ascolto del Signore perché noi viviamo in situazione di non ascolto! Conversione è capacità di lasciarsi mettere in crisi da Dio e dalla sua Parola. Conversione è soprattutto riconoscere le nostre storture, le negligenze, le devianze e i nostri peccati. Conversione è scuotere la nostra volontà perché abbracci il bene e rifiuti il male. Pertanto convertirsi: è essere nuovi ogni giorno. Dopo il lavoro di liberazione interiore, di abbandonare il male, occorre riempire questo spazio di bene, di vita, di gioia, di realizzazione pura di se stessi. Convertirsi significa liberarsi dai vizi capitali: «superbia, avarizia, lussuria, invidia, accidia, ira, gola»; e riempire la vita con le virtù teologali: fede, speranza, carità. Riempire la vita dei «frutti dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5, 22).

Credere nel Vangelo: vuol dire aderire a Cristo; nulla anteporre al suo amore (San Benedetto), pensare alla maniera di Dio; scegliere le cose scelte da Lui: umiltà, povertà, obbedienza, amore; amare quello che Lui ha insegnato. Convertirsi e credere nel Vangelo: significa invertire la marcia e dirigersi verso Cristo con fede forte e coerente, con l’ascolto assiduo della sua Parola, con il dialogo orante con Lui, con la pratica delle buone opere. Perciò vale la pena ascoltare la parola di Gesù, approfittando del tempo di grazia che è la quaresima; giorni di salvezza, tempo favorevole, «via giusta che il Signore addita a noi peccatori» (Sal 24, 8b), perché ci convertiamo e viviamo.

 

P. Abate Michele Petruzzelli OSB

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