Badia di Cava de' Tirreni

L’invidia e la carità

L’invidia è la tortura del cuore che l’alberga. Come la ruggine consuma il ferro da cui è originata, così l’invidioso è consumato dal suo proprio vizio. San Giovanni Crisostomo avverte: «l’invidia fa sempre da carnefice col suo proprio autore: irrita i sensi, tormenta lo spirito, corrompe il cuore. Chi ha invidia sempre ne soffre la tirannia e i supplizi». Con tutta ragione sant’Agostino chiama l’invidia: «tignola, vipera, carnefice dell’anima». L’invidioso è sempre irrequieto, permaloso, triste, scontento. Come ben si conosce, dall’occhio livido, dai lineamenti contratti, dalla faccia smorta e scura. Egli va ruminando odio, collera e vendetta. Ne sono esempio i fratelli di Giuseppe, i quali concepirono un odio tale da volerne la morte quando divennero gelosi e invidiosi di lui perché Giacobbe «lo amava più di essi» (cfr. Gen 37,3ss). L’invidia è un tormento perpetuo come l’inferno; ardente come il fuoco, divorante come la fiamma. È un lento veleno che come la carie consuma le midolla delle ossa. Conduce alla miseria. È la più crudele malattia; la più terribile morte del cuore. «O invidia – esclama San Giovanni Crisostomo – sorgente della morte, malattia complicata, chiodo acutissimo nel cuore». L’invidioso ha le pupille inferme perché offeso da ciò che risplende negli altri. L’invidia si sviluppa col crescere della prosperità del prossimo. Dio c’è ne scampi e liberi dall’invidia perché la gelosia invidiosa è agli antipodi della carità cristiana. Dio, ricco di misericordia e di benevolenza, colmi il nostro cuore del dono di carità che non è invidiosa ma gode del bene degli altri, infatti, scrive san Paolo: «la carità non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia. La carità è paziente, la carità è benigna…, la carità si compiace della verità, tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13,4-6).

P. Abate Michele Petruzzelli OSB

invidia

Carita


 

LA BADIA DI CAVA

La Badia Benedettina della SS. Trinità sorge nell'amena valle

del ruscello Selano, a poco più di tre chilometri dalla città di Cava,

centro popoloso ed industre del Salernitano.

 

 

 

Salendo da Cava per la deliziosa strada asfaltata,

tra boschi e radure coltivate,

 il panorama si allarga sempre più sulla ridente conca cavese

 fino a quando appare la visione del mare, la piana del Sele

e i monti del Cilento.



 

Dopo un crocicchio la strada penetra dolcemente nella valle ed ecco, in alto, dominato dal monte Finestra, il corpo di Cava, grazioso villaggio con mura turrite, fondato nel XI dall'abate S.Pietro I.

Ancora un breve tratto di strada intorno alle mura del Corpo di Cava ed appare improvvisa di fronte ad un rettilineo, l'armonica facciata settecentesca della Badia. La prima impressione è di un edificio di modeste dimensioni, ma l'apparenza inganna perchè la facciata nasconde un grandioso complesso monumentale ricco di Santità, di Storia e di Arte, in cui pulsa la vita di sempre.

 

 

Visite guidate

Abbazia Benedettina SS. Trinità Via M. Morcaldi, 6 Badia di Cava

info: 347 1946957

email: visiteguidate@badiadicava.it

 

ORARIO VISITE CON PRENOTAZIONE
9: 00 - 10:00 - 11:00 – 12:00
Per gruppi è possibile concordare orari diversi .

La visita prevede :
- Basilica /Cappella dei SS.Padri Cavensi /Grotta di Sant Alferio
- Antiche Cappelle con paliotto XI sec.
e sculture di Tino di Camaino XIV sec.
- Chiostro romanico XIII sec
- Sala del Capitolo Antico XIII sec.
- Cripta XII sec.
- Cimitero longobardo
- Cappella di San Germano XIII sec.
- Museo
- Sala del Capitolo nuovo

Biblioteca Badia di Cava

 

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